Youth – La giovinezza

Tu hai detto che le emozioni sono sopravvalutate, ma è una vera stronzata.
Le emozioni sono tutto quello che abbiamo“.

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Svizzera, montagne, prati verdi, animali, panorami da favola, un hotel di lusso, massaggi, saune, bagni termali, musica, tanta musica, un ritmo lento e tanta bellezza.Questo è lo sfondo del nuovo film, del regista italiano, premio Oscar, Paolo Sorrentino.
Una pellicola caratterizzata da un’ottima base musicale, inquadrature mozzafiato, la telecamera che si muove come una fisarmonica, da un’inquadratura ravvicinata ad un’altra in lontananza, che permette allo spettatore di rifarsi gli occhi, grazie ai meravigliosi paesaggi alpini.
In tutto questo la ricerca del dettaglio è ben riuscita. Nulla è lasciato al caso, c’è spazio per tutto. Per l’ironia, per i discorsi profondi, per una fotografia meravigliosa. Non si sa come, ma Sorrentino riesce a trovare spazio anche per Maradona. E’ un film che non corre, ma cammina lentamente. Con la necessità di portare l’attenzione dello spettatore anche a ciò che potrebbe risultare inutile. Niente è superficiale quando si guarda Sorrentino.

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Il film si intitola la giovinezza, ma il tema che tratta è la vecchiaia. Di una certa età infatti, sono i due protagonisti. Due uomini, due amici, che fanno i conti con il loro passato, con la loro carriera, con quello che hanno avuto e con quello che si sono lasciati scappare.
Fred, un maestro e compositore d’orchestra che da ragazzo ha frequentato Stravinskij e ha dato tutta la sua vita alla musica. Lasciando da parte famiglia e amore. Ormai in pensione e convinto di non voler più tornare a lavorare, neanche se a chiederglielo è una regina.
Mik, un noto regista, con meno talento del suo amico, che in questa settimana di riposo cerca di trovare il finale più appropriato a quello che sarà il suo film testamento. Si dedicano ad una settimana di puro relax, accerchiati da giovani, da cinquantenni e da anziani. Tutti impegnati ad osservarsi e a studiarsi. L’Hotel accoglie altri artisti, oltre a loro. Artisti nel pieno della loro fama, come miss Universo e altri molto vicini al baratro. Il Maradona che viene interpretato da un suo sosia, è un obeso accompagnato sempre dalla compagna e da una bombola di ossigeno, che lo mantiene in vita.

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Il cast finalmente è all’altezza del regista.
Michael Caine non è di certo una novità, niente da dire sul suo talento e sulla sua interpretazione.
Harvey Keitel, il premio Oscar Rachel Weisz, Paul Dano, breve, conciso, ma potente. Per ultima, la ciliegina sulla torta, la due volte premio Oscar, Jane Fonda.
Sorrentino si interroga ancora una volta su temi importanti della nostra esistenza.
Il tempo, l’amicizia, l’amore, la famiglia, la vita.
Il tempo, gioca un ruolo cruciale nella storia. Come viene visto dai giovani e rispettivamente dai più anziani. Il futuro che i giovani vedono così vicino e il passato che gli anziani vedono così lontano.
Un film bello, leggero, vivace, profondo.
Un regista che ancora una volta ci invita a riflettere, attraverso una pellicola che funge da tappeto rosso.

Voto: 8.

Gezim Qadraku.

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